31 luglio 2012

"Il diavolo vola a Hollywood" di Lauren Weisberger


You're gonna be a star (so bright)
The greatest number one (no lies)
Boys wanna be like you
Girls wanna stay with you

You're gonna be a star (so bright)
The greatest number one (no lies)
Full of dollars, playmates, cars
Between boobs and clubs

Dollars, cars, Playmates, clubs,
False alarm
Your words are poison and this is the truth:
No fame, no glory, just rage against you !!!!

Lo dicevano pure i Finley… e se lo dicevano pure loro…. Vabbè vabbè, ho scelto questa simpatica canzoncina come soundtrack della recensione perché sintetizza precisamente la storia del libro: CAPITOLO 1: la ricerca della fama CAPITOLO 2: la scoperta della fama CAPITOLO 3: l’estasi della fama CAPITOLO 4: gli svantaggi della fama. E in tutto questo, prima sostenuti dall’amore di una vita, poi in litigio, poi l’abbandono, poi la riconciliazione.
Quando micro-riassumo le trame mi sembra sempre di svilirle un po’ (ecco perché nelle mie recensioni non c’è la parte “sinossi”!!) ma è sicuramente colpa mia che non so rendere giustizia anche a libri coinvolgenti e ben scritti come questo.

Bello!! Ma d’altra parte signore, lei è la divina de “Il diavolo veste Prada”, chi non ha adorato prima il libro e poi il film? E quando faranno il film di questo (perché oh sì, lo faranno), adoreremo anche quello!

Perché lo adoreremo? Perché ci sono le star, il fascino del jet set, i giornali scandalistici, una vita che va dalle stAlle alle stElle… ma soprattutto una storia vera, nel senso di verosimile, che ti tocca e che ti fa veramente immaginare che cosa la protagonista provi attimo dopo attimo, mentre assiste all’ascesa della carriera del marito e al declino della propria (e con essa del proprio matrimonio).
Mentre leggevo, più volte mi sono chiesta se la brava Lauren si fosse ispirata a qualcuno (forse a se stessa?) per tratteggiare con quella dovizia di particolari l’eccitazione e il brivido della notorietà prima, il cinismo e la tagliente cattiveria del gossip dopo. Memorabile la parte ai Grammy Awards… oddio sto libro è troppo un film!!! Si sarà mica fatta furba la Weisberger e visto il successo già ottenuto in ambito cinematografico, ha costruito apposta un libro che nasce già come sceneggiatura di un film? Mistero… ma mentre aspettiamo di scoprirlo vi lascio sulle note della colonna sonora presentata prima, giusto per rimanere in tema di STAR!


The LR advice: i libri della Weisberger vanno tutti letti, è scritto sulla “quarta di copertina” dei 10 comandamenti, dopo “Mai abbinare marrone e nero” e “Onora sempre l’abbonamento a Cosmopolitan”!

27 luglio 2012

"Amore, zucchero e cannella" di Amy Bratley




Emozionante come un succo alla pera.

Non è che non sia buono, dolce o dissetante, semplicemente non ti lascia niente e quello che ti resta in bocca è solo un piacevole retrogusto dolciastro.
Ma allora perché sceglierlo? Così, solo perché sai che ti terrà compagnia senza essere troppo invadente, che lo consumerai lentamente e mollemente nei lunghi pomeriggi d’estate senza che ti sconvolga la vita… ma forse la verità è che lo scegli proprio perché sai che non è di sconvolgimenti che hai bisogno.

Ecco, questo libro è uguale al succo alla pera sopra citato: semplice semplice semplice, va giù bene e si fa dimenticare in fretta. Ti ricordi solo che ti è piaciuto e non sai perché. E allora cerchi di ricordare la trama, ma non ti riesce, hai solo qualche appannato ricordo. E allora lo riprendi in mano e lo riscorri e ti accorgi di quanto sia piatto, ma nel senso positivo del termine, pacato e modesto come una di quelle persone che a una festa non ti cambiano la serata ma che ti fa sempre piacere rivedere. 
Nessun colpo di scena, a parte all’inizio in cui la protagonista molla il fidanzato traditore perché l’ha chiamata col nome dell’amante dopo soli due giorni di convivenza: e questa è già un bel colpo di scena direte voi! Ma per il resto? Piacevole, rassicurante, melodiosa calma piatta.
Lei lo lascia, lei si deprime, lei va a letto col capo, lei si pente, lei si innamora del nuovo collega free lance, lei gli confida i segreti di famiglia, lei si riappacifica con la madre che non vedeva da 20 anni, lei aiuta la migliore amica a disfarsi del fidanzato, lei si licenzia, lei assiste al litigio tra il nuovo innamorato e l’ex, lei si mette con lui, loro vivranno felici e contenti.
Come vedete, di cose ne succedono eccome! Ah, e ho tralasciato che la migliore amica si scopre lesbica e incinta dell’ex fidanzato e che la protagonista scopre di avere una sorella segreta in giro per il mondo.
Ma nonostante tutto quello che succede, perché mi sembra che in questo libro non accada nulla? L’ho capito alla fine: è per via del linguaggio scelto dall’autrice che in maniera semplice e delicata preferisce evocare delle atmosfere piuttosto che raccontare i fatti. E infatti quello che ti rimane non è tanto il senso della storia, quanto il sapore un po’ retro dei grembiuli fatti a mano, dei dolci , dei consigli di economia domestica del libro della nonna, del restauro dei mobili, di “pizzi e merletti” e del profumo stile anni ’50 che pervade tutta la lettura.

Forse era questa l’intenzione della scrittrice, far vivere queste sensazioni come fossero odori che salgono dalle pagine, ti inebriano e lasciano un ricordo felice. Perché il bello di questo libro è proprio il ricordo, l’impalpabile sensazione che ti lascia di sè.

Una nota negativa (perché almeno una ci deve essere): ma quanto beve la protagonista??? Non c’è un singolo capitolo in cui non si sbronzi! Ho imparato più rimedi post sbornia grazie a questo libro che guardando The Osbourne su MTV….

The LR advice: con questo caldo, magari proprio adesso che si va in vacanza, chi rifiuterebbe mai un dolce succo di pera? Accompagnatelo al libro e… buona lettura!

25 luglio 2012

"Ti amo, ti odio, mi manchi" di Niamh Greene


AHHHH orribile!
Ok, la recensione è finita.
...

No scherzo, posso spendere moooolte più parole di così per dire quanto è brutto, scontato e fastidioso questo libro. 
Fastidioso è proprio il termine esatto perché la protagonista è IN-SOP-POR-TA-BI-LE e dona a tutto il libro una simpatica sensazione come di sabbia nelle mutande.
Parto a raffica: la cara Maggie odia tutto e tutti, ha giudizi negativi da snocciolare riguardo a qualsiasi argomento, a partire dal collega provolone, per finire alla sorella depressa dal matrimonio o alla migliore amica ex manager folgorata sulla via di Damasco e decisa ad evolversi in una “Ashram-green-eco-social-addicted”.
Dunque la nostra protagonista va a vivere in campagna, e qui parte il mix di citazioni che leggendo il libro mi tornano in mente, da “Che fine hanno fatto i Morgan” con un’inedita e schizzinosa S.J. Parker in stivali di gomma a mungere mucche, a “Nemiche amiche” con i figli che odiano la nuova donna di papà.
Ma lasciando perdere queste cosiddette citazioni colte, che comunque denotano una trama iper-ultra-scontata, è proprio la protagonista a spazientirmi di più durante la lettura: non solo è un’egocentrica menosa (perché una che lascia il fidanzato per via di un orsetto gommoso deve essere proprio profonda come l’acqua del cesso), non solo è un’iper critica cinica e boriosa (pensa di sapere sempre tutto lei), ma è anche una bugiarda!!!!
E lo sapete cos’è peggio?? Che tutti la trovano simpatica! E lei non è una di quelle cattive ragazze carismatiche e super appealing tipo Cameron Diaz in “Bad Teacher” che tutte noi vorremmo saper essere, è proprio una spaccaballe saccente e presuntuosa.
Com’è possibile che la trovino carina (quello scemo di Edward che si innamora di lei), la trovino simpatica (gli amici Dom e Claire) e la trovino persino interessante (i coniugi-gallina Ted e Peg della fantomatica cittadina di Glacken, che solo il nome è tutto un programma)???

Ah, tra l’altro, la sapevate che questo libro in inglese si intitola “Rules for a perfect life” e che quindi ogni capitolo inizia con una Regola da rispettare per avere una vita rose e fiori? Ecco quello che penso: tieniti per te le tue Regole del cavoloooooo!!!

Insomma, di ciliegine sulla torta in fatto di follia in questo libro ce ne sono tante, ma eccone una in particolare: Maggie non rivela di essere un’agente immobiliare perché… Edward ODIA gli agenti immobiliari!! [E la spiegazione che da del suo odio è assurda] Ma dico, perché mai bisognerebbe odiare un agente immobiliare??????? Manco fosse uno che fa telemarketing.
Bah, assurdità, no way.

The LR advice: ovviamente dovrete leggere questo libro solo ed esclusivamente per fare dei commenti cattivissimi e sagaci in aggiunta alla mia recensione. Ma quando lo farete, per favore, comprate l’ebook, non buttiamo via alberi e denaro per questo libro, non li vale proprio.

22 luglio 2012

The Tiffany Saga/1: "Un regalo da Tiffany" di Melissa Hill



"FAVOLIZIOSO" come diceva il figlio del pompiere Larry Valentine, alias Kevin James, in "Io vi dichiaro marito e marito".
Dove nel nostro caso “favolizioso” sta per “delizioso” (e grazioso e amabile e scorrevole e piacevole) ma non proprio per “favoloso”….. dai adesso non esageriamo, semmai sta per “favoleggiante” perché la storia è una bella favoletta da gustarsi al suo meglio sotto l’albero di Natale.

In ogni caso, la mia "Tiffany saga" si è aperta con questo libro e ammetto che mi è proprio piaciuto! Anche se, come scrivevo a proposito di Melissa Hill nella recensione di "Innamorarsi a New York", la scrittrice non ha elaborato la più innovativa delle trame, il libro è convincente e si fa apprezzare.

C’è la storia dello scambio dei pacchi, ci sono i segreti, sia mantenuti sia svelati, ribaltoni e colpi di scena, protagonisti esitanti e aiutanti intraprendenti, amori convincenti e amori deludenti… insomma, ci sono tutti gli ingredienti per un adorabile Lettura Romantica!
E tra questi ingredienti, uno è ricorrente nelle opere di Melissa Hill e diventa quasi il suo marchio di fabbrica: si tratta del fatto che l'incipit dei capitoli di presentazione dei personaggi è impostato in maniera che quello che viene descritto si riveli poi essere tutt'altro, creando sempre un bell’effetto sorpresa.

E poi (anticipo questa considerazione prima di aver pubblicato le recensioni degli altri titoli ad argomento Tiffany) è l'unico libro della "saga" ad essere realmente connesso all'argomento, dimostrando una coerenza editoriale che va ben al di là della pura citazione della gioielleria newyorkese per fini di marketing. Il regalo da Tiffany qui c'è davvero ed è il protagonista indiscusso della storia, sin dalle prime righe.
Gli altri pregi del libro, dalla palpabile evocazione delle atmosfere, all’organizzazione della trama in luoghi diversi, portano tutti ad un’unica conseguenza: il libro è un perfetto copione per il prossimo film di Natale made in Hollywood!!
Mentre lo si legge infatti è facilissimo immaginare location diverse e anche attori per impersonare tutti i ruoli, sceneggiando il racconto in un film mentale… e vi assicuro che è una bellissima sensazione!

Per Ethan naturalmente ho pensato a Colin Firth, per Gary a Vince Vaughn, per Vanessa a Jennifer Connelly e per Rachel a Isla Fisher... Ho ancora dei dubbi sulla regia ma sono certa che con chiunque girassero questo film sarebbe un successone!!!

The LR advice: dopo una recensione così entusiastica potete facilmente dedurre che ve lo stra-raccomando, magari per il prossimo Natale!! Mi saprete dire!

19 luglio 2012

"Innamorarsi a New York" di Melissa Hill



Ahi ahi ahi… sento puzza “plagio”. Ok, io avrò pure l’olfatto un po’ ipersensibile, ma come mai la trama di “Innamorarsi a New York” mi ricorda così tanto “50 volte il primo bacio”?
Non perderà la memoria ogni singolo giorno, ma la storia dell’uomo che deve far breccia nel cuore dell’amata ogni volta che lei si dimentica di lui, mi sa di ispirazione presa un po’ troppo alla lettera.
E quindi, andiamoci giù pesante! 
Di questo libro 3 cose non mi sono piaciute:
1)    la tegola in testa: ma dico, con tutte le cose che ti possono succedere, proprio la classica tegolata doveva capitare alla sventurata protagonista??
2)    il rapporto di sudditanza fisico-psicologico-affettivo-morale che Abby nutre nei confronti di Kieran, in-sop-por-ta-bi-le!!!! Mi chiedo come farò a leggere a breve “Cinquanta sfumature di grigio”!
3)    la patetica, ma per fortuna breve, parte finale in cui Abby si arroga il diritto di mollare di punto in bianco Finn inventandosi la scusa del “sono ancora innamorata del mio ex” e poi piangendo lacrime amare al suon dell’ “io lo faccio per il suo bene”. Bleah.
Però ci sono anche delle cose che mi sono piaciute, altrimenti avrei lasciato il libro a metà (no, questo non è vero, la mia religione me lo vieta!)…
1)    sia nel capitolo di presentazione del personaggio di Abby, sia in quello di presentazione di Finn, sembra che si stia descrivendo una certa situazione (Abby è la sposa che va all’altare, Lucy è la fidanzata di Finn) che invece poi viene completamente rovesciata con dei veri e proprio coupe de téâthre.. quindi chapeau!
2)    bello il ribaltone finale in cui si scopre che l’ignara Abby è già al quarto risveglio dopo la perdita di memoria!! Solo un po’ fumosa la spiegazione, e un po’ surreale il fatto che nessuno le abbia detto niente.. ma d’altra parte è surreale tutta la storia, sin da quando il medico in ospedale parla di un presunto danno all’ippocampo, come nella famosa scena del film “Bolle di sapone” con Kevin Kline che spiega che dopo essere stato decapitato gli hanno messa la testa in un secchio di ghiaccio e dopo 3 giorni gliel’hanno riattaccata!!

Tornando al libro.. Melissa Hill non brilla per originalità della trama, né in questo romanzo né nel più celebre “Un regalo da Tiffany”, il cui intreccio basato sullo scambio di un oggetto è stato visto e stravisto in tutte le salse.
Nonostante ciò, non è scritto male, e immagino che vivere all’ombra del primo successo (che era di gran lunga mooolto più bello) sia come avere un fratello maggiore troppo ingombrante con cui confrontarsi.

The LR advice: non me la sento di sconsigliarlo, fosse anche solo perché la sovracopertina di quel delizioso color Tiffany, altrimenti detto uovo di pettirosso, sta benissimo in qualunque libreria!

17 luglio 2012

"L'incredibile storia di Soia e Tofu" di Pallavi Aiyar


Miao... Miao... Miao...
E' bene fare una premessa: sono una fiera gattofila e il libro mi è stato suggerito da una collega probabilmente ammaliata dalla tenerezza della copertina. Grazie Paola, perché con il tuo consiglio mi hai incuriosita e alla fine il libro si è rivelato un amore. 
Lezione n° 1: fidarsi sempre dei consigli degli altri lettori, soprattutto se appassionati come noi, perché ne salterà sempre fuori qualcosa di buono!


Ma ecco la recensione vera e propria.


Ho già descritto più volte a voce ad amiche e amici questo libro, definendolo come “una sorta di ritratto della Cina moderna narrato attraverso gli occhi di due gattini”, ma forse la mia definizione è stata un po' troppo pretenziosa. Non che “L’incredibile storia di Soia e Tofu” sia un libro per bambini, anzi, ma di certo avrebbe potuto aspirare ad un approfondimento maggiore delle tematiche dell’attualità e della società cinese, pur filtrate dal punto di vista dei micetti.
Se soprattutto nella prima parte del libro, quando Soia è ancora ospite in casa di nonna Nai Nai, ed anche nella parte del vagabondaggio di Tofu nel cantiere dello stadio olimpico, i commenti e le osservazioni fatte dai ren (le persone) e riportate dai due protagonisti pelosi danno effettivamente uno scorcio sociale sulla Cina a cavallo fra tradizione e modernizzazione, in altre parti la storia diventa un po' troppo favoleggiante.
Per carità, la trama è avvincente: due cuccioli che sventano le trame del perfido Xiao Xu, sgominano un traffico di cibo per gatti “contraffatto” e avvelenato e diventano gli eroi della nazione… ci vuole della fantasia! 
Ma probabilmente anche questa parte va tutta letta con il filtro della metafora: in una Cina sconquassata dall’occidentalizzazione, dalla perdita dei valori tradizionali, dall’avidità dei cosiddetti “imprenditori modello” e dall’ipocrisia dei Leader di Partito, il racconto così ingenuo e incantato dei due ignari micetti si propone come modalità leggera e non troppo impegnativa, né nei toni né nella frequenza dei commenti, per sollevare spunti di riflessione.

In ogni caso, questo libro non potrà che far fremere di piacere tutti i gattofili, come me: gli aggettivi e le frasi di stampo felino (come “Mi tremano le vibrisse” o “Facevo le fusa più forte di un leone”) sono davvero deliziosi e i due micetti sono descritti così vividamente che vien proprio voglia di accarezzarli.

The LR advice: consiglio questa lettura, divertente e poco impegnativa anche in termini di numero di pagine, a tutti coloro che si vorranno beare del piacere di un buon libro con in braccio il proprio Maomi.

"Sex con un ex" di Adele Parks


Era rimasto lì, isolato su uno scaffale a prendere polvere per ben.. 10 anni! Snobbato, schiacciato da ben più famosi tomi, spiegazzato e ingiallito dagli anni e dalla sabbia che ancora albergava tra le sue pagine mai sfogliate quando persino al mare, sotto l’ombrellone era stato deposto per letture migliori.
Ma lui, paziente, ha atteso silenziosamente il suo momento, sapendo di poter regalare ben più di qualche emozione qualora fosse stato scelto e finalmente preso in mano. E così, in una noiosa serata in solitaria, vedendolo lì campeggiare sullo scaffale con la sua copertina rosso brillante, senza pretenziose sovracopertine a stampa lucida o a rilievo, ho deciso di dargli una possibilità… e mai scelta fu migliore!!!

Il libro mi è piaciuto davvero tanto, perché anse se è vecchiotto è ancora attuale e originale. Certo, in alcune parti i suoi 10 anni di vita si sentono, soprattutto perché ormai tra “Grandi Fratelli”, “Talpe”, “Isole dei Famosi”, “Tamarreidi”, “Fattorie” e “Pupe e secchioni”, di reality show beceri ne hanno fatti tanti per davvero.
Ma l’idea è frizzante, uno show che mette in crisi le intenzioni prematrimoniali grazie alla carrambata di un ex… cosa c’è di più vero di questo? Chi non ha un ex (o un wannabe-ex) nell’armadio che potrebbe far vacillare qualche convinzione soprattutto prima del gran giorno tra addii al nubilato e quant’altro?
Brava Adele Parks, spunto conturbante per un libro trattato in maniera ironica e con un linguaggio diretto e dissacrante: gran parte del merito della sua riuscita va al personaggio della protagonista Jocasta Perry (abbiamo già visto in “Ti amo, ti odio, mi manchi” quanto il trattamento della protagonista faccia da termometro per la piacevolezza o meno del libro intero), una sorta di Samatha di Sex & the city, altrettanto pepata ed emancipata da renderla indimenticabile.
Una pecca, purtroppo nella maggior parte delle nostre Letture Romantiche sembra proprio che quando la protagonista si innamora si “rincitrullulisca” completamente… e da qui il mega casino col migliore amico Josh!! Pazienza, un po’ di pathos ci voleva (e ci stava anche discretamente bene), solo mi sarei risparmiata la corsa finale al Museo di Storia Naturale a recuperare il povero principe azzurro Darren, amato, lasciato, tradito, poi riamato ma usato (tutta colpa della perfida e riuscitissima Fi, assistente di Jocasta/Cas), un po’ ingenuottone e bambolone, la cui colpa maggiore è quella di essere stato immaginato dalla protagonista “alto 1.90, con lunghi capelli ricci e neri che arrivano fino alle spalle, tutto vestito di Denim”… ma chi è, il protagonista del “Corvo”??

The LR Advice: recuperate su internet questo bestseller di inizio millennio, su alcuni siti lo trovate anche usato a 1,50€ e leggetelo tutto d’un fiato, perché vedrete che vi terrà incollate alle sue pagine…. Giusto per rimanere in tema, molto meglio che guardare un reality in tv!

“Una ragazza da sposare” di Madeline Wickham (aka Sophie Kinsella)




Ehi, che scoperta!!! La Kinsella era una scrittrice normale prima di impantanarsi nella saga degli “I love shopping”.. e chi l’avrebbe mai detto???


E infatti non è male uno dei suoi primi romanzi prima che diventasse l’idolo delle shopaholic di tutto il mondo: qui racconta la storia di una ragazza che si trova inguaiata in un pasticcio alle soglie del matrimonio e lo fa ingaggiandoti sin dalle prime pagine.

Bello anche l’escamotage di narrare come prologo e non come semplice flashback gli avvenimenti accaduti 10 anni prima alla giovane ed inesperta protagonista Milly, per di più costruito in maniera breve quel tanto che basta per incuriosirti e farti desiderare qualche pagina dedicata all’argomento “matrimonio un-conventional e segreto” in più.

Non c’è che dire, che la nostra Kinsella avesse già nelle corde il personaggio di Becky Bloomwood è chiaro come il sole: qui abbiamo la stessa protagonista ingenuotta, superficialotta, borghesotta (gli aggettivi in “–otta” sono tutti voluti) che si imbarca con leggerezza in avventure più grandi di lei senza pensare troppo alle conseguenze. Un po’ come ben sappiamo che fa Becky con la sua carta di credito….
Dato che ci sono ne approfitto per dire che ho sempre pensato che la protagonista della saga “I love shopping” fosse quanto di più stereotipato (o almeno mi auguro) esistesse letterariamente parlando, un’esagerazione della più nota Bridget Jones ma giusto un zic più stupida e vacua tanto da rovinarne il personaggio. E quando è uscito il film con la non-di-certo-premio-Oscar Isla Fisher, ne ho avuto conferma.

Peccato invece per le discrepanze che arrugginiscono la trama del libro soprattutto agli esordi, in particolare quando il rapporto tra Milly e Simon sembra assolutamente artefatto e costruito su una rete di falsità che invece poi si sciolgono come neve al sole, in maniera fin troppa facilona, al momento clou del chiarimento. Idem il rapporto fra i due genitori che, magicamente dopo una sola sfuriata, si rasserena e li vede praticamente giunti alla fine del percorso di pace fatta. E ari-idem il rapporto padre-figlio Tra Harry e Simon, così deteriorato che non si è visto nemmeno in “Nine months” (cit: il piccolo paziente ciccione che alla prima seduta di psicanalisi con Hugh Grant esordisce con “Mio padre è uno stronzo”) e che poi bastano 2 lacrimucce sulla spalla e torna tutto a posto.
Insomma, finali un po’ prevedibili. Di imprevedibile (o quasi, perché io, non per vantarmi, l’avevo intuito) ci sono invece i rapporti a sorpresa Harry-Isobel, Esme-Milly che danno quel pizzico di pepe in più a tutta la storia.

The LR advice: leggete senza troppe aspettative, ma leggete, perché è un inedito modo di conoscere la cara Kinsella, senza “..a New York”, “…in bianco”, “…con mia sorella”, “…per il baby” ecc ecc.
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