13 settembre 2012

"I due matrimoni" di Chrissie Manby


Contrariamente al solito, stavolta quando ho comprato il libro mi sono fatta deliziare dalla sola immagine di copertina (e dalla parola “matrimonio” nel titolo, che per me è sempre una ragione sufficiente per comprare un libro) e NON ho letto la trama sul retro.

SE l’avessi fatto, avrei scoperto che i 2 matrimoni non erano di 2 amiche -come immaginavo, nello stile “Bride Wars”- ma di due sconosciute.
SE l’avessi fatto, avrei capito che i 2 matrimoni viaggiavano su binari paralleli, ogni tanto tangenti, ma mai veramente collegati.
SE l’avessi fatto, non avrei passato tutto il libro a chiedermi: “Ma quand’è che le due spose interferiranno l’una con le nozze dell’altra facendo una gran casino e movimentando un po’ la storia?”

Ma si sa, la vita è fatta di bivi e di piccole delusioni dettate dal SE-nno di poi.

Una volta accettato tutto ciò, ripensando al libro se ne può avere un’opinione più mite, e anche più indulgente: di fatto è come leggere 2 libri che raccontano la stessa storia, solo che uno con protagonista la “Fata Turchina” e l’altro con la “Strega Cattiva”. E io che, probabilmente come tutti, ho sempre simpatizzato per i cattivi (perché sono sempre i personaggi più riusciti), ho trovato il libro divertente solo a metà.
Cavolo, si vede però che l’autrice mentre studiava i personaggi e ne descriveva le vicende ha amato di più la buona (“vecchia”) e modesta Kate, piuttosto che l’eccentrica, perfida e isterica Diana. Tra le righe si avverte il disprezzo dell’autrice per quest’ultima… magari perché dettato da un’esperienza di vita reale con qualche sposa amica/nemica?
Chissà.. comunque sia la parte di Diana è evidentemente più riuscita, mentre quella di Kate è confusa e un po’ altalenante, soprattutto per via dei continui cambi di trasporto e sentimento da parte sua nei confronti del fidanzato Ian, che sono un po’ disorientanti.

Ma, proprio a questo proposito, la cosa più soddisfacente del libro è stata individuare una piccola, minuscola inezia, una disattenzione del traduttore con l’indizio per decifrare in anteprima il punto clou del libro, ovvero chi sia l’artefice della lettera di abbandono che uno dei 4 protagonisti invia al partner la sera prima delle nozze…………… VOLETE SAPERLO???? Visto che non voglio rovinare la sorpresa a chi il libro non l’ha ancora letto, lo scriverò piccolo piccolo a fondo pagina.

Concludo dicendo solo che sconsiglio la lettura a chiunque abbia qualsiasi tipo di preclusione nei confronti della casa reale inglese…. Perché il libro è TUUUUUTTO incentrato su continui parallelismi con Carlo e Diana e i più recenti Kate e William (e infatti anche i nomi delle protagoniste non sono scelti a caso..)

The LR advice: per me è un…NI! Preferisco i libri delle scrittrici irlandesi…



LA CHIAVE DEL MISTERO
Tutta la lettera di abbandono è scritta volutamente senza far capire chi ne sia l’autore, evitando accuratamente riferimenti al maschile o al femminile. Questo per creare una sorta di suspance nel lettore e non fargli capire quale dei 2 matrimoni sta per saltare: chi sta lasciando chi? Ben sta lasciando l’odiosa Diana, o Kate, presa dall’indecisione, sta lasciando Ian?
La traduzione non deve essere stata semplice: in inglese il genere nelle parole è sempre indefinito, ma in italiano abbiamo articoli, preposizioni ecc, tutti elementi rivelatori del sesso…
MA c’è una sola parola in tutta la lettera che, una volta tradotta, svela il mistero.. A un certo punto l’autore della lettera dice “sono un idiota”… TADAAAHHHH!!!! Eccola qui!!! Se fosse stata una donna avrebbe avuto L’APOSTROFOOOOO! (solo una “nerd librofila” se ne sarebbe potuta accorgere, lo ammetto). Ah, quando la grammatica fu galeotta…

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